I Canti degli Alpini
Prefazione al libro: “I Canti degli Alpini”
della “Commissione ANA per la difesa del canto alpino”
Ottobre 1967
Il primo e principale scopo a cui tende l’Associazione Nazionale Alpini è – come stabilisce il suo Statuto – quello di “tener vive le tradizioni e le caratteristiche degli Alpini”. E non vi è dubbio che le nostre canzoni, soprattutto quelle che sono nate come anonima espressione di sentimenti spontanei, fanno parte della nostra tradizione e costituiscono una nostra caratteristica.
Ma è anche fuori di dubbio che le nostre canzoni, che non sono protette da diritti d’autore nè sono in alcun modo tutelate, sono diventate, da anni, libero campo di esercitazioni per i maestri ed istruttori di cori che vi apportano modifiche e variazioni di ogni genere nella intenzione – o illusione – di portarle ad un più alto livello artistico, cosa che non sempre riesce e che in ogni modo costituisce una alterazione, e talvolta contaminazione, della forma originale.
Questo fatto ha spesso suscitato lamentele e doglianze che hanno raggiunto la più significativa espressione in occasione di un “Convegno in difesa del Canto Alpino” che per iniziativa della Sezione di Lecco dell’A.N.A. è stato tenuto in quella città nel giugno del 1965. Tale Convegno si è concluso con un ordine del giorno, votato all’unanimità, che invitava il Consiglio Direttivo Nazionale dell’A.N.A. ad affidare ad una commissione appositamente creata l’incarico di compilare un canzoniere ufficiale con il testo originale e la linea melodica tradizionale delle canzoni degli Alpini. Il C.D.N., proprio in obbedienza alla disposizione statutaria sopra ricordata, ha accolto l’invito ed ha nominato la Commissione che ha compilato la presente raccolta.
Intorno ad essa è opportuno qualche chiarimento.
Questa raccolta non doveva essere e non è una antologia generica di canti militari o della montagna, ma comprende soltanto quei canti che possono essere considerati effettivamente e genuinamente “degli Alpini” perché sono nati quasi per germinazione spontanea fra le truppe alpine, o ne recano una specifica impronta.
Ciò spiega la esiguità di questo volume nel quale, tra l’altro, non sono state inserite nè le canzoni “di autore” sulla cui struttura non vi possono essere dubbi e che si trovano in commercio; nè quelle che, essendo divenute popolari fra i soldati di tutte le Armi, erano diffuse anche tra le nostre truppe ma non avevano tuttavia quelle inconfondibili caratteristiche che potevano farle individuare come canzoni veramente nostre. Soltanto queste sono state incluse nella presente raccolta, comprese anche quelle più vecchie che, pur essendo passate di moda o cadute in desuetudine, avevano pur allietato le marce o le veglie dei nostri vecchi ed avevano quindi diritto di essere ricordate.
La Commissione ha anche proceduto ad un non facile lavoro di epurazione, o di riduzione in pristino, sfrondando le canzoni di quelle modifiche o variazioni che ne avevano alterata la struttura originale.
Soltanto di qualche variante che era sorta, essa pure, per germinazione spontanea, o che risultava ormai acquisita dagli Alpini, si è ritenuto opportuno fare cenno.
Il testo delle canzoni è stato trascritto evitando quelle piccole deformazioni di parole che sono dovute ad infiltrazioni dialettali variabili a seconda delle regioni di appartenenza dei cantori, ma che non hanno una speciale impronta di originalità.
Per la musica si è indicata soltanto la linea melodica più semplice.
Con questo la Commissione non ha voluto fare un’opera completa nè tanto meno definitiva, ma soltanto stabilire la forma originale delle nostre canzoni, salvandone qualcuna dall’oblio.
Chi lo vorrà potrà sempre esercitare il proprio estro in tutte le variazioni possibili, ma se qualcuno vorrà conoscere le forme originali delle canzoni, qui potrà trovarle.
NOTA:
L’articolo originale è pubblicato in “http://www.corogrigna.it/canti/prefazione(b).htm